Alla finestra: TIFOSI DEL RISPETTO

di Fabiana Martini

Son tornati i cori da stadio: quelli belli, quelli che uniscono, quelli che esprimono la gioia per aver vinto una competizione importante. È accaduto domenica scorsa in occasione della vittoria agli Europei di calcio, un momento catartico dopo le restrizioni imposte dalla pandemia, che per oltre un anno ci hanno costretto al distanziamento fisico. Speriamo di non pagare quei bagni di folla, comprensibili ma a tratti irresponsabili, ma soprattutto speriamo che i cori, dentro e fuori lo stadio, servano sempre ad aggregare e a rafforzare il senso di appartenenza, mai a costruire muri contro qualcuno, a insultare gli avversari, a disprezzare gli altri, come spesso avviene in Rete e non solo, dove chi non la pensa come noi viene trasformato in un nemico, un bersaglio su cui accanirsi senza riconoscergli la dignità di persona e il diritto ad essere diverso. Un diritto che papa Francesco mette in risalto anche e in primo luogo all’interno della Chiesa, se ripensiamo alle parole pronunciate nel 2019 allo stadio Zayed Sports City di Abu Dhabi durante il viaggio apostolico negli Emirati Arabi: «Siete un coro che comprende una varietà di nazioni, lingue e riti; una diversità che lo Spirito Santo ama e vuole sempre più armonizzare, per farne una sinfonia. Questa gioiosa polifonia della fede è una testimonianza che date a tutti e che edifica la Chiesa.»
Confidiamo che dietro i cori di domenica scorsa ci siano tifosi e tifose del rispetto e del dialogo: san Benedetto, patrono d’Europa, il sogno di una casa comune, di cui quel giorno si faceva memoria, avrà sicuramente fatto la sua parte; non dimentichiamo di fare la nostra.