di Fabiana Martini
Si celebra oggi la Giornata mondiale del Rifugiato, un’occasione per alzare lo sguardo dal nostro ombelico e ricordarci che ci sono ancora molte guerre che insanguinano il pianeta e costringono le persone a lasciare le loro case: sono 82,4 milioni le persone in fuga a causa della violenza, della fame, della sete, della persecuzione. È come se un Paese come la Germania si mettesse in viaggio. E sempre di più lo fanno a causa dei cambiamenti climatici, quelli a cui molti continuano a non credere. Tra queste 4 su 10 sono bambini, molti non accompagnati.
Non tutte ce la fanno a raggiungere l’Europa: da gennaio di quest’anno 815 hanno perso la vita nel Mediterraneo, che più che un mare è a tutti gli effetti un cimitero. Per non parlare delle violenze inenarrabili subite da chi sceglie la Rotta balcanica, perché apparentemente più sicura.
L’unica buona notizia è che ripartono i corridoi umanitari, finanziati dalla Conferenza Episcopale Italiana e dalla Chiesa Valdese con i fondi dell’otto per mille in collaborazione con la Comunità di sant’Egidio.
Non dimentichiamolo quando qualcuno prova a farci credere che vengono in Italia per farsi mantenere, quando qualcuno insinua che non devono poi essere tanto poveri se hanno il telefonino (un vero e proprio strumento di salvezza), quando a chi ci propone di aiutarli “a casa loro” rispondiamo che anche qui adesso c’è la crisi economica.
Non dimentichiamo quell’uomo, quella donna e quel Bambino appena nato costretti a scappare.